La morte di Serafino Dubois (1899) e Fermo Zannoni (1896), i due migliori giocatori italiani dell'Ottocento,
indusse gli scacchisti italiani a cercare di organizzare a Livorno, nella primavera del 1900, un torneo per
il titolo di "Campione d'Italia". Il torneo, finanziato da Vittorio De Barbieri, doveva vedere la partecipazione
di un rappresentante di ogni circolo italiano ma il mancato raggiungimento del numero minimo di partecipanti non
ne permise la realizzazione.
Occorrerà aspettare due decenni per ritrovare, tra i progetti primari della ricostituita
Federazione Scacchistica Italiana (1920), l'organizzazione del Campionato Italiano. Il primo Campionato si tenne a
Viareggio dal 17 al 30 agosto 1921 tra tredici partecipanti e fu vinto da Davide Marotti (1881-1940), un professore
di filosofia di Napoli.
Il giocatore più rappresentativo dell'epoca era senza dubbio il marchese Stefano Rosselli del
Turco, fondatore e direttore dell'Italia Scacchistica che, anche in virtù della vittoria al torneo Crespi di Milano del
1922, nel 1923 sfidò Marotti, titolo in palio. Il match, che si tenne a Napoli, rimase in equilibrio per nove partite,
poi Rosselli conquistò il titolo con quattro vittorie di seguito.
Nel frattempo un giovane giocatore veneziano, divenuto
maestro nel 1921, era prepotentemente salito alla ribalta, vincendo, insieme a Guenfeld, il forte torneo internazionale
di Budapest del 1926. La sfida con Rosselli fu inevitabile e si svolse a Firenze nel marzo 1929. Al termine di un incontro
equilibrato ed avvincente, disputato sulla distanza di sei vittorie, e seguito con il massimo interesse dal mondo
scacchistico italiano, Monticelli prevalse per 6 a 4 con 4 patte.
Quelli del 1923 e 1929 furono gli unici match, da allora il titolo di Campione d'Italia è sempre stato assegnato con un torneo a girone all'italiana.
Partecipare alla finale nazionale è sempre stato un traguardo importante per tutti gli scacchisti.
Hanno cucito lo scudetto sulle proprie maglie tutti i più grandi rappresentanti dello scacchismo nazionale, da Sacconi a Castaldi, da Paoli a Porreca, da Zichichi a Tatai (vincitore di ben dodici edizioni!) da Mariotti a Godena e a Caruana, per fare solo qualche nome.
Nel corso della sua lunga storia il Campionato ha conosciuto qualche momento di difficoltà organizzativa, soprattutto all’inizio degli Anni Ottanta e all’inizio degli Anni Novanta, tanto che in alcune occasioni è stato posticipato oppure la sua effettuazione è stata possibile solo abbinandolo per esempio al Torneo di Capodanno di Reggio Emilia. Ha comunque sempre permesso a molti giovani di emergere e imporsi nel panorama nazionale.
L’avvento alla presidenza di Gianpietro Pagnoncelli che nel suo programma ha posto il Campionato al primo posto confermandolo in ogni caso la più importante manifestazione nazionale, ha dato nuovo vigore al torneo che non solo si propone come uno dei traguardi più ambiti per tutti i giocatori azzurri, ma è arrivato anche ad offrire loro la fondamentale possibilità della acquisizione del massimo titolo scacchistico, quello di Grande Maestro.
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